La struncatura calabrese in passato era considerata una pasta illegale per il consumo umano. Oggi però è diventata patrimonio gastronomico italiano.

La struncatura calabrese

La struncatura la scopro qualche mese fa grazie a mio padre, grande appassionato del settore food. Si tratta di una pasta tipica calabrese, in particolare della zona di Gioia Tauro. Le origini di questo piatto sono davvero molto antiche. Si racconta infatti che verso la fine dell’800 i commercianti amalfitani diffondono la struncatura nella provincia di Reggio Calabria. Questo prodotto inizialmente è usato per nutrire gli animali, poi diventa un piatto della cucina povera, venduto e utilizzato clandestinamente. Solo in anni recenti arriva ad essere considerato patrimonio culinario di tutta la zona.

Le origini

Ma com’è realizzata questa pasta? La tradizione tramanda che nei pastifici a fine giornata si raccogliessero da terra con la scopa tutti i residui di farina, grano, segale e crusca, misti allo sporco. Questo cumulo di rimasugli veniva poi impastato e rivenduto a basso prezzo. Dato che in un primo momento il prodotto è però destinato agli animali, per ovvi motivi igienici viene proibito per consumo umano.

La struncatura oggi

Oggi questa ricetta è stata riscoperta e adeguata alle normative. Ora che il recupero dei cibi della tradizione è diventato un trend e che le pratiche illegali sono un lontano ricordo, ecco che la struncatura si diffonde a macchia d’olio. Si tratta di un prodotto realizzato da pastifici artigianali locali con ingredienti di qualità come segale, farina integrale e grano duro. Questa pasta diventa talmente celebre da essere scelta per rappresentare parte del vasto patrimonio culinario calabrese al padiglione Rai di Expo 2015.

pasta stroncatura calabrese

Sapore unico

A pranzo oggi decido di fare la pasta e mi ricordo di avere ancora due pacchi di struncatura. Pur non essendo un’amante della pasta lunga, questa mi fa davvero impazzire. Sembra una sorta di fettuccina ma molto più spessa, ruvida e dal colore scuro. La tengo in cottura per dieci minuti, a me piace molto al dente ma sulla confezione si consiglia di lasciarla bollire 11/12 minuti. Una volta scolata la condisco con un pesto di basilico e zucchine e mi metto in tavola. Un sapore e una consistenza che pochi altri tipi di pasta riescono a regalare al palato. Provare per credere!

____________________________

Testo e foto: Giulia Di Giovanni

Se l’articolo ti è piaciuto, ricordati di mettere un LIKE qui sotto o lascia un commento: per me rappresenta un feedback di apprezzamento molto importante! Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news pubblicate? Seguimi sulla pagina Facebook @blogmessaafuoco o sulla pagina Twitter @InfoMessaafuoco o su Instagram @blog.messaafuoco

Grazie!

____________________________

 

2 Commenti

  1. Articolo davvero super interessante, non ne ero a conoscenza 🙂 Appena possibile la proverò anche io!

    • Ciao Valentina, grazie per il tuo commento! Assolutamente, la devi provare. Fammi sapere poi che ne pensi 😉

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.