Ogni giorno alle 12 in punto a Roma si sente rimbombare lo sparo del cannone in cima al colle del Gianicolo.

La storia

Pioggia, sole o neve, nulla ferma la tradizione dello sparo del cannone dal Gianicolo iniziata nel 1847. È papa Pio IX a volere imporre un segnale forte affinché tutte le campane della Chiesa di Roma fossero sincronizzate e iniziassero a suonare all’unisono a mezzogiorno, dopo lo sparo.

Inizialmente il cannone si trovava a Castel Sant’Angelo, per poi passare sulle pendici di Monte Mario ed essere infine trasferito al Gianicolo, sotto la statua di Garibaldi, nel 1904.

La tradizione viene interrotta solo nel periodo della Seconda Guerra Mondiale per poi riprendere il 21 aprile 1959, in occasione del 2712° Anniversario della Fondazione di Roma. Un solo colpo sparato a salve che ancora oggi si esegue puntuale a mezzogiorno e che attira sul colle del Gianicolo centinaia di turisti.

Tra storia e leggenda

Il nome del colle si deve ad un antico dio romano, Giano, protettore degli inizi. Con il suo doppio volto la divinità poteva controllare ogni cosa nel raggio di chilometri, guardando al futuro e al passato. La leggenda racconta che sul Gianicolo ci fosse una porta che si apriva da sola ogni volta che qualche città di conquista romana si ribellava. Per scoprire di quale si trattasse, bisognava recarsi al Pantheon, dove erano situate tutte le statue che rappresentavano le province: quella girata di spalle indicava la città ribelle.

Romanticismo

Arrivare alla Terrazza del Gianicolo è molto semplice, si trova infatti al di sopra di Trastevere, quartiere storico e centralissimo della città. Di giorno meta di turisti che ammirano con entusiasmo i busti dei garibaldini, le statue di Giuseppe e Anita Garibaldi e un panorama mozzafiato della Capitale. Di notte l’atmosfera si trasforma e il colle diventa meta di coppiette che si giurano amore eterno, inebriate dalla brezza romantica che si respira. Se qualche scapolo o anti-romantico si ritrova non volendo tra decine di ragazzi (e non) che si baciano sotto la luce della luna, niente paura. La storia infatti regala emozioni anche ai turisti notturni. Passeggiando sul colle del Gianicolo, ad un certo punto si riesce a scorgere un faro, posto a picco sulla città. È il faro che gli italiani emigrati in Argentina regalarono all’Italia per i suoi 50 anni dall’Unità. Di sera poi sono ben visibili i colori che produce: verde, bianco e rosso, come la bandiera.

Giri conclusivi

Se ancora non ne avete abbastanza, proseguendo si può raggiungere la famosa quercia di Tasso, il Fontanone e l’Orto Botanico, nato nel XIII secolo come vivaio del Vaticano. Insomma Roma non si finisce mai di scoprire, si dice infatti che non basti una vita per vederla al completo. Per il momento, tanto per cominciare, fate una bella colazione e recatevi al Gianicolo per lo sparo del cannone di mezzogiorno. Da lì poi la strada sarà tutta in discesa. O quasi.

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Testo: Giulia Di Giovanni. Foto: Mauro Di Giovanni

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