Starbucks a Milano, dopo tante polemiche arrivano anche le recensioni positive di caffè e tanto altro.

La moda

Non si è parlato d’altro per mesi. Starbucks apre a Milano. In Italia. Nella patria dell’espresso. Ebbene sì. Prima l’invasione di McDonald’s, poi di Burger King, Grom, Pizza Hut, KFC e tante altre catene di cibo spazzatura. Quello che va tanto di moda in America e altre parti del mondo. In quelle stesse parti del mondo dove i bambini fanno merenda a suon di marshmallow, uova fritte, patatine e litri su litri di coca cola. Lì dove lottano, senza grandi successi, per la lotta all’obesità. E gli italiani, a cui piacciono da morire le catene, non potevano proprio rinunciare ad avere anche Starbucks nel proprio territorio. Chi non si è mai fatto una foto con il famoso bicchiere da caffè firmato in giro per il mondo? Come chi non si è mai immortalato o comprato una maglietta all’Hard Rock delle città che visitava? Chi quest’anno non aveva una maglia della Levi’s, un maglione a strisce blu, bianco e rosso (pagato 10 euro all’OVS o 250 da Tommy Hilfiger)? Ecco. Semplicemente ci piace omologarci, essere uguali alla massa, stare al passo con la moda e, soprattutto, far vedere agli altri le cose che facciamo, i luoghi che frequentiamo e con chi.

Starbucks a Milano: “tributo alla cultura italiana del caffè”

Starbucks

Dopo tante polemiche e critiche per l’apertura di Starbucks ecco che però tutti ci entrano. Anche solo per dare un’occhiata o scattare qualche foto. Oppure per prendere un cappuccino e postarlo su Instagram.

Starbucks a Milano: “tributo alla cultura italiana del caffè”

Location

Io anche ero dalla parte di chi sosteneva fosse l’ennesimo sbaglio piantare ben due Starbucks a Milano (uno in piazza Cordusio e uno in Corso Garibaldi) per pagare poi il triplo cose che in un comune bar paghi normalmente. Poi ci sono entrata, ho visto l’arredamento, lo spazio, le luci, l’offerta e mi sono dovuta ricredere. Almeno un po’. È vero, costa, ma non tanto di più di alcuni bar snob di Milano. Quelli in cui il cameriere non ti fa un sorriso o una battuta neanche a pagarlo oro. Quegli stessi bar in cui se fai cadere un cucchiaino per terra la gente intorno ti guarda male. O quelli in cui se ordini solo una Fanta storcono così tanto il naso che hai paura che ti sputino nel bicchiere. Allora preferisco spendere la stessa cifra, andare da Starbucks, essere trattata con gentilezza, ricevere un sorriso e cominciare bene la giornata, anche se il caffè è più annacquato.

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Testo: Giulia Di Giovanni. Foto: Mauro Di Giovanni

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