Perché andare a Montefiascone e al Lago di Bolsena? Semplice: storia, cultura, vino e buon cibo.

Oggi mi sveglio presto e riguardo vecchie foto. Tra tante mi soffermo su quelle scattate a Montefiascone l’ultima volta, a Capodanno. È strano che in due anni di blogging ancora non abbia scritto un articolo su questo paese del viterbese che ho nel cuore.

paternocchio montefiascone

Montefiascone

Il nome Montefiascone per alcuni studiosi deriva da “mons faliscorum”, letteralmente “monte dei Falisci” perché il popolo approda in questa zona dopo la distruzione delle loro città ad opera dei Romani. Il paese vero e proprio si forma poi al tempo delle incursioni barbariche, quando gli abitanti della pianura decidono di rifugiarsi sulle alture. Alla fine del primo secolo, insieme a Viterbo, Montefiascone entra a far parte dei possedimenti della Chiesa per la sua posizione strategica. Nel 1353 il Castello della Rocca diventa la centrale operativa più temibile dell’esercito Pontificio. Poco più tardi, il Papa Urbano V conferisce a Montefiascone il rango di Città dotandola di diocesi. Nel corso degli anni soggiornano qui numerosi Papi, governanti e artisti.

panorama montefiascone

Ricordi estivi

Ma non è tutto ciò che mi porta a visitare tale bel paesotto per la prima volta. Penso di aver messo piede in questo luogo già da quando beatamente me ne stavo nella pancia di mia madre. Infatti qui vivono da anni componenti della comitiva dei miei genitori da giovani. È per questo che ho memoria di innumerevoli weekend trascorsi nel verde del paese e sulle rive del Lago di Bolsena. Una volta cresciuta mi sono stabilita qui dalle mie amiche tutte le estati per qualche settimana. Ricordo queste vacanze come tra le più belle della mia adolescenza. La mattina ci svegliavamo con tutta calma per poi andare in direzione lago con lo zaino colmo. A volte ci fermavamo a prendere il mini-bus che partiva dalla piazza principale del paese, altre volte, prese dall’entusiasmo e messa da parte la pigrizia, ci avventuravamo a piedi. Dal centro al lago sono pochi chilometri di strada in discesa a curve. All’andata non c’erano problemi, ci infilavamo le cuffiette dell’i-pod nelle orecchie e appena arrivate ci tuffavamo nell’acqua fresca del lago. Al ritorno arrivavamo a casa stremate, come avessimo scalato l’Everest.

ombra motorino

Le serate passavano sempre in allegria, tra cene in giardino, passeggiate fra le bancarelle del lungolago, prime cottarelle estive e grandi risate. Alle medie avevamo ancora orari specifici da seguire ma al liceo ci siamo conquistate maggiori libertà anche con il tanto atteso arrivo del cinquantino Booster. Giravamo da casa al prato-giardino, dalla rocca al lago sempre in compagnia, ognuno sul suo due-ruote o dietro un amico. Arrivati in cima al Castello ci incantavamo ad ammirare lo spettacolare panorama a 360°, che spazia su tutta la Tuscia e che comprende: i Monti Cimini e della Tolfa, Viterbo, appezzamenti coltivati dai mille colori e il Lago di Bolsena con le sue isole.

cupola santa margherita

Storia e tradizione

Numerosi i monumenti che meritano di essere visitati: la Cattedrale di Santa Margherita, intitolata alla patrona del paese, con la sua imponente cupola, terza per dimensioni solo a quella di San Pietro a Roma e a quella di Santa Maria degli Angeli a Firenze, la Rocca dei Papi, edificata nel punto più alto del paese, e la famosa Chiesa di San Flaviano. La cittadina deve però la sua notorietà anche alla produzione e al commercio dell’ottimo e noto vino Est! Est!! Est!!! e dell’olio extra vergine d’oliva. Nel mese di agosto si svolge l’imperdibile Fiera del vino, con esposizione e vendita dei migliori prodotti di tutto il comprensorio. Per il corso e i vicoli del centro le antiche cantine aprono i battenti per degustazioni di vino, assolutamente da non mancare! Potete arrivare a Montefiascone con il treno che ferma in località Zepponami, con la macchina per la via Cassia o tramite A1/E35/E45 che in appena 100 chilometri da Roma vi condurranno in un’ora e mezza circa ad apprezzare le bellezze del viterbese.

lago di bolsena

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Testo: Giulia Di Giovanni. Foto: Giulia Di Giovanni e Sara Scalmani

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