«Ci sono città di evidente bellezza che si danno a tutti, e altre segrete che amano essere scoperte. Milano appartiene a questa specie, al punto che riesce difficile stabilire le ragioni del suo fascino. Io credo che esso consista anzitutto nella sua classe. Né più né meno come avviene per certe donne che ci colpiscono per il loro portamento, anche se belle non sono, e neppure truccate». [Carlo Castellaneta]

Chi è che arrivando a Milano per la prima volta ha avuto un colpo di fulmine? La prima impressione che si ha visitando la capitale della moda spesso non è buona. Si detesta il freddo, la nebbia, la gente snob e la moltitudine di zanzare. La seconda volta si riesce ad essere leggermente più obiettivi e si pensa allo shopping, agli aperitivi e alle opportunità lavorative. La terza volta ormai ci si è già innamorati e chi ci torna, spesso, non la lascia più.

In uno dei miei numerosi viaggi per l’Italia ho avuto l’occasione di intervistare Lorenza Culotta, ragazza romana adottata da 12 anni dal capoluogo lombardo. Qui ci parla della sua esperienza.

«Lorenza, com’è vivere a Milano?»

«Vivere a Milano non è male, ha tanto da offrire e migliora ogni giorno di più, ma ti ci devi abituare. Che tu venga dal Nord, dal Sud o dal Centro, dimentica le tue abitudini e diventa milanese. È l’unico modo per sopravvivere.

La prima regola da rispettare e da imparare il più velocemente possibile quando si arriva a Milano è “devi sbrigarti”. Se pensi di poter passeggiare tranquillamente per le strade della città ti sbagli, devi camminare a passo svelto per non venir tamponato dalla gente. Se pensi di poter capire in che direzione andare quando scendi a una fermata della metro che non conosci ti sbagli, verrai trasportato dalla massa e ti ritroverai oltre i tornelli senza accorgertene.

La seconda cosa da capire è che a Milano è più facile conoscere persone che abitano nell’area metropolitana (ex hinterland) piuttosto che in città. Ciò porta a due possibili scenari: o vieni trattato come uno straniero indegno di vivere in città quando invece sei l’unica tra tutte le persone in gioco ad avere effettivamente la residenza milanese. Oppure, se trovi degli amici con cui vorresti far serata, devi considerare che la vostra uscita sarà influenzata dagli orari dei treni che loro saranno costretti a prendere per tornare a casa. E questo vuol dire serata finita prima di mezzanotte.

Una volta assimilate queste cose, si è pronti a godersi Milano».

«A Roma ci si lamenta molto dei mezzi pubblici, a Milano invece la situazione è migliore?»

«Decisamente. Milano è una città che sempre di più cerca di omologarsi alle grandi capitali europee e questo lo si percepisce soprattutto quando ci si muove con i mezzi pubblici. Pur essendo una città piccola – per intenderci, se privata di hinterland, l’area di Milano è circa un settimo di quella di Roma – ci sono 4 linee metropolitane (più una in via di costruzione) e una fitta rete di autobus e tram sia urbani che interurbani che permettono di muoversi agilmente per tutta la città con pochi tratti a piedi.

Milano, metropolitana

La qualità di questi mezzi? Dipende da cosa usi come termine di paragone. Se li si considera nel contesto italiano, i mezzi milanesi sono “toppe” come direbbe un milanese imbruttito, sono i migliori di tutta la Penisola perché al modico prezzo di 1,50E ottieni mezzi veloci che coprono tutta la città, con frequenza anche di 3 minuti nelle ore di punta. Le linee sostitutive poi ti permettono di viaggiare anche tutta la notte e con linee suburbane che in 20-30 minuti ti portano in tutti i paesi dell’area metropolitana.

Se invece li si considera nel contesto europeo (cosa che fanno tutti i residenti a Milano, siano essi milanesi doc oppure naturalizzati milanesi), i mezzi pubblici milanesi sono lontani anni luce dagli standard europei. Ci sono “solo” 4 linee metropolitane che non coprono neanche tutta l’area cittadina. Prendere i mezzi di superficie vuol dire intraprendere un viaggio della speranza perché sono sempre stracolmi di gente e la loro frequenza è negativamente influenzata dall’immenso traffico cittadino, finendo per farti aspettare fino a 15 minuti proprio nelle ore di punta. Ma tanto sappiamo già di chi è la responsabilità: è degli italiani stessi che non prendono i mezzi pubblici preferendo la macchina e se si decidono a prenderli non pagano il biglietto creando così un circolo vizioso in cui è impossibile migliorare la situazione».

«Per quanto riguarda invece la vita universitaria?»

«Allora, a Milano sono presenti alcune delle migliori Università pubbliche italiane, come il Politecnico di Milano, la sempre più crescente Milano Bicocca e la storica Università Statale. Poi ci sono famose Università private, prime fra tutte il San Raffaele e la Bocconi, ormai più apparenza che sostanza. La qualità dell’istruzione è, a mio parere, ottima e molti corsi di laurea prevedono un tirocinio pratico durante gli studi che risulta come preziosa esperienza lavorativa. Un’altra nota positiva è che l’Università non ti “abbandona” dopo la laurea ma ti accompagna nella ricerca di un lavoro grazie alle associazioni di ex alunni o spargendo il tuo CV nelle varie aziende che sono in contatto con l’Università stessa.

«E dopo l’università?»

Per farla breve, in un modo o nell’altro un neo laureato riesce a trovare lavoro entro i 3-4 mesi dalla laurea. Diverso discorso vale per chi una laurea non ce l’ha. La competizione a Milano è davvero alta considerando anche l’affluenza di candidati pluri-titolati dall’estero e di conseguenza se si perde il lavoro ad età avanzata e non si hanno lauree è molto facile che si possa rimanere a casa con la disoccupazione per mesi se non anni. Una pecca da far notare: sempre se si usa come termine di paragone lo standard europeo, la qualità dell’istruzione e della formazione milanese è sì ottima e riconosciuta tale anche all’estero, ma è tutt’altro che gratuita. La si paga e pure cara essendo le tasse universitarie tra le più alte in Italia».

«Com’è visto invece lo sport a Milano?»

«Un’altra cosa per cui è importante Milano è lo sport, il calcio in particolare: è presente ovunque, ci si gioca in piazza, nei parchi, nei campetti riscaldati e coperti ma anche all’aperto sotto il sole o nella neve. Ci giocano i bambini nei cortili delle scuole, i ragazzi nei tornei liceali e universitari e gli adulti nelle partite improvvisate dopo il lavoro. Il calcio si respira in ogni locale, ristorante, bar o pub che sia durante tutto il periodo del Campionato Italiano o durante i Campionati Europei o Mondiali.

Ma non c’è da stupirsi. Tra Champions League, Europa League e scudetti, le due principali squadre milanesi, il Milan e l’Inter, hanno reso Milano una delle città più potenti nel contesto calcistico non solo italiano ma anche europeo. Così è normale che questo influenzi la vita di tutti i milanesi. Tuttavia, il calcio non è l’unico sport che rende famosa Milano. Tra gli altri eventi sportivi ci sono anche importanti gare podistiche. L’annuale Stramilano ne è un esempio, oppure manifestazioni ciclistiche di rilevanza internazionale come il Giro d’Italia, che ha come storica tappa finale proprio la capitale meneghina.

«Altri svaghi?»

Se non si apprezza lo sport, Milano ha tanti altri svaghi da offrire. Per chi è più “sofisticato” ci sono svariati musei e teatri, tra cui il celeberrimo Teatro alla Scala che ogni anno ospita artisti di fama internazionale offrendo spettacoli unici al mondo. Chi ama lo shopping e la moda può perdersi nelle vie di negozi che costituiscono il famoso “quadrilatero della moda” in centro a Milano. Oppure si può raggiungere il più grande centro commerciale europeo ad Arese dove si possono trovare negozi di catene internazionali unici in Italia come Primark».

Milano, Galleria Vittorio Emanuele II

«Com’è vissuta infine la politica?»

«La politica a Milano è vissuta in modo ambiguo. Tutti sono pronti a criticare ma pochi sono disposti ad impegnarsi seriamente. Il milanese tipo vuole che Milano sia gestita bene ma non vuole occuparsene».

Leggi anche l’articolo: Firenze, la città del turista.

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Testo: Giulia Di Giovanni

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