Se siete a Milano e avete voglia di buon cibo accompagnato da natura e musica di spessore affidatevi al ristorante Bell’Aria.

La ricerca

È un giovedì e decidiamo di cenare fuori. Per non andare sempre nei soliti posti di Milano e trovare qualcosa di carino ci affidiamo a Google. Prima visitiamo TripAdvisor, poi the Fork, nulla ci entusiasma particolarmente. Pensiamo allora a una rapida ricerca su Maps facendo lo zoom sulla nostra zona e scrivendo “cibo”. Tra le varie proposte ci si presenta il ristorante Bell’Aria in via Meda, 43. Visto il sito, le recensioni e soprattutto il vasto giardino dove si può mangiare, decidiamo di prenotare. Alle otto per due all’aperto. Siamo soddisfatti ancor prima di andare.

Bell’Aria

Finito il lavoro, curiosi e affamati, ci diamo una rapida sistemata, prendiamo le biciclette e in 5 minuti siamo in via Meda. Una strada che percorriamo spesso, anche se la nostra attenzione non si è mai soffermata su questo locale. Entriamo e un simpatico ristoratore, forse il proprietario, ci conduce al nostro tavolo all’esterno. “Vi ho sistemati qua – dice guardandomi con fare burlone – è l’angoletto più romantico. Oggi ti chiede di sposarlo!”.

Le proposte

Apriamo il menù e troviamo varie proposte di terra e di mare con tipicità venete. Chiediamo se hanno il polpo con le patate. “Non ce l’ho – ci risponde il nostro ormai fidato ristoratore – Ma se voi oggi mi dite che lo volete domani, io ve lo faccio trovare di sicuro!”. Qualche consiglio e siamo pronti ad ordinare: vino della casa, antipasto di pesce per due, bigoli alle sarde e orata con patate e pomodorini. La prima portata già ci entusiasma: cozze, gamberetti, polipetti e pesce gratinato. Proseguiamo con la pasta. I bigoli, ci spiegano, sono tipici veneti e somigliano molto come consistenza ai bucatini ma non hanno il buco. L’accoppiata con le sarde è spaziale. Davvero ottima. Segue l’orata, tenera, leggermente spinosetta ma sublime, accompagnata da croccanti patate e pomodorini arrostiti e pieni di sapore. Il gattino dei vicini gira indisturbato tra i tavoli in cerca di carezze e di qualche bocconcino, è buono, pulitissimo e non dà nessun tipo di fastidio. Noi intanto meditiamo sulla voglia di dessert che però accantoniamo, nonostante le notevoli proposte. Abbiamo un desiderio più forte: i cornetti caldi di via Palmieri.

Il conto

Andiamo alla cassa e paghiamo un conto molto onesto. L’energico ristoratore ci viene incontro perché ci vuole offrire a tutti i costi un limoncello. “Tra qualche giorno chiudiamo per le vacanze – ci comunica poi il cassiere – ma ricordatevi che dal giovedì al sabato nel locale c’è musica dal vivo da non perdere!”. Davvero una piacevole scoperta. Ogni tanto bisogna proprio andare oltre le apparenze estetiche. Vedendo il ristorante dal tram probabilmente non ci sarebbe mai venuto in mente di fermarci. A volte però, come spesso capita a Milano, dietro un semplice palazzo si nasconde un vero gioiello!

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Testo e foto: Giulia Di Giovanni

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