Quando la dispensa sta per esplodere è il momento di creare ottime torte e dolci.

Ieri

Molto spesso al supermercato compriamo cibo in esubero, così tanto che neanche i nostri nonni in tempo di guerra facevano delle scorte simili. Presi dalle offerte, dalla gola e dalle novità ecco che nella dispensa non entra più uno spillo. Mia nonna mi racconta che quando era piccola bastava avere in casa della farina, delle uova di gallina, l’acqua presa dalle fontane e il pane cotto da ogni famiglia nei forni comunali. Pochi ingredienti che riuscivano a sfamare intere case riempite spesso anche da più di dieci bambini. Un giorno la polenta, un giorno una frittata ed ecco che il cibo a tavola, seppur poco, non mancava quasi mai.

Oggi

Oggi, anche se la natalità nel nostro paese è diminuita notevolmente e i nuclei famigliari sono più che dimezzati rispetto al passato, le cucine sono piene di cibo. Sì, perché non solo l’offerta è maggiore ma, uno è intollerante al lattosio, uno al glutine, l’altro non digerisce i peperoni, un altro è allergico alle fragole, ed ecco che tutto si complica. E allora andiamo al supermercato a scegliere semplicemente che latte comprare. Lo Zymil, il latte di capra, fresco, microfiltrato, a lunga conservazione, munto a Milano, Roma, Svizzera o Sicilia? Così come la carne. Uno dice “ho voglia di carne, vado al supermercato”. Non sia mai. Manzo, pollo, tacchino o suino? Petto, coscia, sovracoscia, lombata, costato. Ma, soprattutto, carne dell’animale scelto nato in Francia, ingrassato in Spagna e macellato in Italia o, possibilmente, nato, cresciuto e macellato nel nostro Paese? Nel secondo caso buona fortuna, e occhio alle etichette. L’ultima volta che sono andata al supermercato il cartellino dei broccoli segnalava “Provenienza: Italia”, mentre l’etichetta appiccicata sulla confezione riportava: “Prodotti in Spagna”. Altro caso è quello del miele: uno sguardo poco attento legge sul vasetto “Soc. Coop. Agricola italiana”, contento e felice lo mette nel carrello pensando anche sia un ottimo prezzo 3 euro per mezzo chilo di miele. Certo. Peccato che sotto in piccolino non abbia letto “Miscela di mieli originari e non originari dell’UE: Italia, Ungheria, Ucraina e Argentina”.

La torta al miele

Ed è proprio di miele che in questo periodo sta esplodendo la mia credenza. Ne avevo appena comprato un vasetto da un chilo in un agriturismo vicino Piani di Bobbio, dove sono stata a sciare poche settimane fa. Qualche giorno dopo il mio acquisto me ne sono stati regalati altri due kg. Già la mia dispensa non è molto ampia e spesso le cose mi cadono addosso quando la apro, non potevo metterla ulteriormente alla prova. Così, visto che marzo è un mese particolarmente denso di compleanni, ho deciso di fare dei dolci per i miei amici. Cerco una ricetta semplice e veloce, la rivisito appena e faccio una prova. Le cavie: le mie coinquiline.

Ingredienti e procedimento

  • 2 uova
  • 125 ml di latte
  • 125 ml di olio
  • 300 grammi di farina
  • 1 yogurt
  • 160 g di miele
  • Scorza di agrumi
  • Una bustina di lievito

Mi piace molto cucinare ma non mi ritengo una grande esperta di dolci. Non sono una di quelle che separa i tuorli dagli albumi, misura la temperatura di latte o acqua e simili. Perciò ho semplicemente inserito gli ingredienti in una ciotola di vetro e, con l’aiuto delle fruste elettriche, ho mischiato il tutto. Ho messo poi il contenuto nel mio stampo in silicone e l’ho infilato in forno statico preriscaldato a 170° per 35 minuti. Una volta raffreddata ho farcito la torta con crema al pistacchio e gocce di cioccolato. Il risultato? È finito tutto nelle pance delle mie coinquiline nell’arco di 24 ore.

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Testo e foto: Giulia Di Giovanni

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