Chi meglio di nonni e bisnonni può raccontare la Shoah ai propri nipoti? In questo articolo una piccola raccolta dei loro ricordi.

La Shoah

«La parola Shoah in ebraico significa “desolazione. Oggi però è usata per parlare dello sterminio degli ebrei, soprattutto durante la Seconda Guerra Mondiale, ad opera dei nazifascisti. Questo termine è preferito a Olocausto perché quest’ultimo indica il sacrificio di animali a Dio. Uno dei primi ad utilizzare il termine Shoah è stato Claude Lanzman nel suo documentario sullo sterminio degli ebrei. Lanzman ha intervistato centinaia di sopravvissuti. Il film dura nove ore». [Margherita P.]

Nonna Maria

«Ho chiesto a mia nonna Maria il perché di questo accanimento contro gli ebrei. Lei mi ha risposto che tutto ha avuto inizio con le persecuzioni da parte dei cristiani. Sono state queste infatti il punto cruciale da cui è partito tutto. Costantino decise di accettare il cristianesimo come religione dello Stato. Visto che i Romani erano una cosa sola con i cristiani, non si poteva più dire che erano stati loro ad uccidere Gesù. Da qui è nata l’accusa che fossero stati gli ebrei. La persecuzione di Hitler invece non aveva natura religiosa ma razziale, molto vicina alla follia. Hitler era convinto che esistesse una razza umana superiore a tutte le altre, quella ariana, fatta da persone per lo più bionde, di pelle chiara e di aspetto atletico (così gli sembrava che fosse o che dovesse essere il popolo tedesco), una razza destinata a governare il mondo. Le altre razze venivano considerate al di sotto, e gli ebrei ancora di più: un tipo di gruppo inferiore sì, ma anche pericoloso perché infido e causa di tutti i mali della società in cui vivevano. Per Hitler insomma, gli ebrei erano una specie di malattia che attaccava i popoli. Per questo bisognava farli sparire mandandoli nei campi di concentramento».  [Francesca P.]

campo di concentramento

Bisnonno Tullio

«Il mio bisnonno Tullio mi ha raccontato che nel 1944, quando ci furono le razzie della Repubblica di Salò, lui e la sua famiglia si rifugiarono a Pitigliano, in Toscana. Lì c’era una grossa colonia ebraica poiché in passato il granducato di Toscana era stato molto più tollerante con gli ebrei rispetto allo Stato Pontificio, e quindi molti ebrei del Lazio ci si erano trasferiti. Quando arrivarono i tedeschi, gli ebrei dovettero fuggire, la sinagoga fu chiusa e la loro ricchissima libreria confiscata. Dopo qualche tempo il mio bisnonno si trasferì ad Alpignano, in Piemonte, e lì nascose una famiglia di ebrei. Moglie, marito e tre figli occupavano due stanze da letto e, in caso di pericolo, potevano rifugiarsi in un cunicolo nascosto sotto la terrazza che si collegava alle cantine». [Cristina P.]

Lettera

La seguente lettera è stata scritta da Yiddish, un ragazzo di 14 anni, nel campo di concentramento di Pustkow. «Miei cari genitori, se il cielo fosse carta e tutti i mari del mondo inchiostro, non potrei descrivervi le mie sofferenze e tutto ciò che vedo attorno a me. Il campo si trova in una radura. Sin dal mattino ci cacciano al lavoro nella foresta. I miei piedi sanguinano perché ci hanno portato via le scarpe. Tutto il giorno lavoriamo quasi senza mangiare e la notte dormiamo a terra, ci hanno portato via anche i nostri mantelli. Ogni notte soldati ubriachi vengono a picchiarci con bastoni di legno e il mio corpo è pieno di lividi, come un pezzo di legno bruciacchiato. Alle volte ci gettano qualche carota cruda, una barbabietola, ed è una vergogna: ci si batte per averne un pezzetto o persino qualche foglia. L’altro giorno due ragazzi sono scappati, allora ci hanno messo in fila e ogni quinto della fila veniva fucilato. Io non ero il quinto, ma so che non uscirò vivo di qui. Dico addio a tutti, cara mamma, caro papà, mie sorelle e miei fratelli, e piango». [Sara M.]

la shoah

Frammento

Un giorno un giovane salì su una panca e pregò che tutti gli prestassero ascolto. «Fratelli ebrei – esclamò – non pensiate che ci conducano alla morte. Non dobbiamo credere che ciò sia possibile, non si possono condannare persone innocenti a una morte così orrenda, ciò è impossibile, non può esistere un crimine tanto terribile su questa terra, coloro che ve lo hanno raccontato sono stati sicuramente indotti da un secondo fine o qualcosa del genere». Continuò a parlare finché riuscì a rassicurarli tutti. E solo quando il gas venne buttato, questo predicatore moralista capì l’ingenuità degli argomenti con cui aveva calmato i suoi fratelli, frutto del desiderio di illudere se stesso. [Frammento di uno dei manoscritti di Auschwitz]

auschwitz museo

Salmen Gradowski

«Desidero lasciare questo scritto a memoria del futuro mondo pacificato, affinché si sappia cos’è accaduto in questo luogo. L’ho sepolto sotto le ceneri, ritenendo che si trattasse del luogo più sicuro, dove certamente, un giorno, si sarebbe scavato per trovare le tracce di milioni di uomini uccisi».  [Dal manoscritto di Salmen Gradowski]

Se questo è un uomo

«Voi che vivete sicuri nelle vostre case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:

considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare. Vuoti gli occhi e freddo il grembo, come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato: vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore, stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi».  [Se questo è un uomo – Primo Levi]

____________________________

Testo: Giulia Di Giovanni. Foto: Pixabay e ultima: Matteo Di Giovanni

Se l’articolo ti è piaciuto, ricordati di mettere un LIKE qui sotto o lascia un commento: per me rappresenta un feedback di apprezzamento molto importante! Vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime news pubblicate? Seguimi sulla pagina Facebook @blogmessaafuoco o sulla pagina Twitter @InfoMessaafuoco o su Instagram @blog.messaafuoco

Grazie!

____________________________

 

2 Commenti

    • Ciao Maria, grazie mille! Continua a seguirmi, i nonni hanno sempre tante storie da raccontare 😊

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.