Il Carnevale di Venezia è senza dubbio la festa più bella e divertente dell’anno. Anche l’edizione 2020 è stata un successo, nonostante la chiusura anticipata.
Carnevale
Uno dei simboli di Venezia è il suo Carnevale e non vedo l’ora di tornarci. L’ultima volta che sono venuta qui diluviava a dirotto. Mantelline, ombrelli extralarge, stivali, tutto completamente inutile. Giravamo un paio d’ore per poi tornare in hotel a fare il cambio scarpe: quelle zuppe sul termosifone e quelle asciutte ai piedi. Le strade poi non erano affollate di gente come al solito, anche se i temerari che sfilavano sotto l’acqua c’erano comunque. Stavolta speriamo sia diverso.
Il Carnevale è dichiarato, tramite un editto del 1296, come una festa pubblica. In quest’epoca il Carnevale durava dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri. Tutti i cittadini che indossavano maschere e costumi potevano nascondere la propria identità annullando così ogni forma di appartenenza sociale, sesso o religione. Ognuno poteva stabilire atteggiamenti e comportamenti in base ai nuovi costumi e alle mutate sembianze. Non è affascinante?
Preparativi
Sedotti dagli aneddoti riguardanti il Carnevale di Venezia, prenotiamo il nostro viaggio con netto anticipo, a novembre per febbraio. Da Milano ci riserviamo due posti sul Flixbus che, con appena 7.99 euro a testa, ci porta fino a Venezia in sole tre ore. Partiamo dalla metro di Lampugnano alle 10.30 e arriviamo a Mestre alle 13.30. Da qui in dieci minuti siamo a Santa Lucia, a 800 metri dal nostro b&b. Siamo in zona Cannaregio, quartiere conosciuto come il Ghetto, dove gli ebrei erano costretti a risiedere durante il periodo della Repubblica di Venezia. Qui ci troviamo in un quartiere simbolo e tra i più popolari della città e muoversi a piedi per il centro è facilissimo.
Carnevale di Venezia
È sabato 22 febbraio, una calda e soleggiata giornata. Alle 14 lasciamo gli zaini al b&b e usciamo di corsa. Prima tappa: dritti ad acquistare due belle maschere per sentirci parte della grande festa in cui siamo immersi. Cominciamo quindi a camminare lungo Rio Terà San Leonardo, non c’è una persona senza un costume o qualche accessorio, adulti, bambini, anziani, tutti festeggiano. Passiamo per Campo della Maddalena, Ca’ d’Oro, Ponte di Rialto e finiamo in piazza San Marco.
Libreria Acqua Alta
Facciamo mille foto, compriamo qualche souvenir lungo la strada e poi ci dirigiamo verso la Chiesa di Santa Maria Formosa e la Libreria Acqua Alta. Noto per la sua gondola pieni di libri posta al centro del negozio, il locale è stato al centro dell’attenzione per la sua inondazione dello scorso novembre. La struttura, nata nel 2004, ha da subito realizzato scaffali galleggianti, come appunto la gondola in disuso e alcune vasche. Stavolta però tali accorgimenti non sono bastati a contenere la potenza dell’acqua e tantissimi volumi sono stati sommersi. Nel piccolo cortiletto esterno infatti sono accatastati centinaia di libri rovinati dall’alluvione su cui il visitatore può salire per comprendere la vastità della perdita.
L’agitazione generale
Col cuore pieno di gioia e solidarietà e qualche acquisto tra le mani, torniamo verso il fulcro del Carnevale. È quasi ora di cena, ci andiamo a sistemare e riusciamo. La serata è piacevole anche se inizia a dilagare la paura per il Coronavirus. L’Italia risulta essere il terzo paese al mondo per contagiati e il Nord è particolarmente colpito. In Lombardia sono chiuse scuole, università, palestre, sospesi eventi e gli esercizi commerciali devono osservare determinate regole e orari. La gente è nel panico più totale e al ristorante dove siamo a cena non si parla d’altro.
Volo dell’Angelo
La mattina seguente l’atmosfera a Venezia è molto diversa rispetto a quella del sabato. Perfino il cielo non è più lo stesso, è grigio, le nuvole oscurano il sole e qualcuno invece che le maschere di Carnevale indossa le mascherine per proteggere naso e bocca. I carabinieri hanno il volto coperto, molti negozianti anche, i turisti girano con la sciarpa intorno al collo che sale fino a sotto gli occhi. La psicosi generale sembra attenuarsi quando alle 12.00 c’è il volo dell’Angelo in piazza San Marco. Sono migliaia gli spettatori con il naso all’insù a guardare il campione del mondo di sci, Kristian Ghedina, che approda dal Campanile al palco della piazza.
La giornata poi prosegue in tranquillità tra sfilate, allegria e apparente spensieratezza. Facciamo giusto in tempo a goderci il pomeriggio con uno spiraglio di sole prima che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, decida di far terminare i festeggiamenti, come misura cautelativa, due giorni prima del previsto. Alle 17.30 riprendiamo il pullman per raggiungere Milano, riguardando le tante foto scattate in questo stupendo weekend giunto troppo presto al termine.
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Testo e foto: Giulia Di Giovanni
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Incantevole Venezia!
Ciao Monica, concordo in pieno! Grazie per il tuo commento. Continua a seguirmi 🙂