Se non avete ancora mai avuto occasione di leggere la storia del conte di Montecristo è arrivata decisamente l’ora. Ecco in quest’articolo la recensione.

La voglia irrefrenabile di leggere Il conte di Montecristo mi nasce dopo aver visto la serie tv Revenge. Adesso che sono a casa, ogni tanto mi ritrovo a fare zapping in tv e noto che su Rai 4, al canale 21 del digitale, ridanno tutte le stagioni del telefilm. L’inizio è programmato alle 8.25 della mattina e si susseguono due puntate. Ovviamente le sto rivedendo tutte e noto, nel breve riassunto che trovo schiacciando info, che questa serie è ispirata proprio al romanzo Il conte di Montecristo. Devo assolutamente comprarlo.

Scaldasole Books

Prima di acquistarlo su internet decido di fare un tentativo in un negozietto di libri usati in via Scaldasole, qui a Milano. Questa viuzza è davvero bella, percorrendo Corso di Porta Ticinese, venendo da piazza XXIV maggio, è la prima svolta a sinistra. Praticamente si trova di fronte alla Basilica di Sant’Eustorgio, dove sono conservate le reliquie dei Magi. Entrando in questa via sembra quasi di non essere più in città ma piuttosto in un vicolo paesano. Non c’è traffico, le persone passeggiano in mezzo alla strada, c’è un parchetto per i bambini dove spesso si organizzano festicciole. Davvero un’altra dimensione, per un attimo ci si dimentica del caos dei Navigli e del Corso, dei negozi, dei cigolii del tram e dello shopping sfrenato.

Appena entrati in via Scaldasole, troverete prima Andrea’s Bistrot, riaperto già da una settimana per consegne a domicilio o cibo e vino da asporto, poi la Scaldasole Books. Non è ancora aperta, ogni tanto c’è qualcuno che sistema i libri e approfittiamo proprio di uno di quei momenti. La signora ci mostra due edizioni del conte di Montecristo, dice che è molto richiesto. Con due euro ci portiamo a casa il libro, è bello, un po’ rovinato, ha le pagine spesse e ingiallite e i suoi fogli hanno un profumo di antico.

conte di montecristo

Il conte di Montecristo

Lo inizio subito a leggere, ha un linguaggio ovviamente diverso da quello che conosciamo oggi. La mia copia è del 1969 anche se la prima edizione pubblicata e redatta da Alexander Dumas risale al 1846. Vengono usate parole come “colla dama” invece di “con la dama”, viene scritto qual è con l’apostrofo e i discorsi diretti hanno la meglio sulla parte descrittiva.

La trama

La storia è ambientata tra Italia, Francia e isole del Mediterraneo tra la fine del regno di Napoleone I a quello di Luigi Filippo, tra il 1815 e il 1838. L’incipit del libro infatti recita: “Il 28 febbraio 1815 la nave Il Faraone entrava lentamente nel porto di Marsiglia, proveniente da Smirne, Trieste, Napoli”. Dopo la morte del capitano Leclèrc, la nomina viene concessa al marinaio Edmondo Dantès. Questa decisione scatena l’invidia dello scrivano Danglaràs, che aspirava da tempo a quella carica. Con la complicità di Fernando, rivale in amore di Dantès, Danglaràs scrive una lettera anonima in cui denuncia Edmondo Dantès come agente bonapartista. La missiva arriva al sostituto procuratore Geràrd de Villefort che ordina l’arresto del marinaio appena promosso.

Prigionia e fuga

Condotto nella prigione del Castello dell’If, Dantes è condannato a passarci il resto della sua vita a causa delle gravi accuse che gli sono state ingiustamente rivolte. Qui, grazie alla conoscenza dell’anziano abate Faria, riesce, dopo 14 anni di prigionia, ad evadere e a raggiungere l’Isola di Montecristo. Questo infatti è il luogo dove il suo vecchio amico gli rivela sia nascosto un grande tesoro. In quest’isola, trovato il bottino, Dantès diventa ricco e si costruisce una nuova identità sotto le mentite spoglie del conte di Montecristo. Tornato a Marsiglia, il conte darà inizio al suo lungo piano di vendetta.

vendetta montecristo

Pentimento e spoiler finale

Solo nelle ultime pagine del romanzo il personaggio del conte di Montecristo sembra avere un pentimento. Infatti in una sua lettera scrive: “Dite all’angelo che veglierà sulla vostra vita, Morrel, di pregare talvolta per un uomo, il quale, pari a Satana, si credè un momento eguale a Dio, ma riconobbe, con tutta l’umiltà del cristiano, che la suprema potestà e l’infinita saggezza sono nelle mani di Dio solo. Quelle parole addolciranno forse il rimorso ch’egli porta nel fondo del proprio cuore. […] Su questa terra non vi è felicità né sventura; vi è il paragone d’uno stato con l’altro, nulla di più. Solo chi ha provato l’estrema sventura, può godere la suprema felicità. […] Fino al giorno in cui Dio si degnerà svelare il futuro dell’uomo, tutta l’umana saggezza consiste nelle due parole: Aspetta e spera!

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Testo e foto: Giulia Di Giovanni

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